1960 - 1980

L’evoluzione

«Mio padre Vincenzo osò mettere in discussione il modello inglese, portando a termine una vera e propria rivoluzione, riuscì cioè a rendere la giacca morbida e leggera come una camicia o un cardigan apportando numerose altre innovazioni tecniche. Noi abbiamo messo a frutto i suoi insegnamenti rendendo la giacca di volta in volta sempre più adatta allo stile di vita contemporaneo». Così racconta Cesare Attolini, fra i sei figli di Vincenzo il più talentuoso e colui che sin da giovanissimo lo affiancò in sartoria, apprendendone le abili tecniche del taglio dei tessuti ed i segreti di modellatura e costruzione di quella giacca, tanto unica quanto innovativa, che continuava a mietere nuovi ed entusiastici seguiti in tutto il mondo.

Erede naturale, Cesare alimenta il suo lavoro con la stessa passione e dedizione del padre.
Oltre che con la medesima caparbietà e costante tensione al perfezionismo. Non a caso, dopo i primi anni trascorsi nella bottega di via Ventriera, decide ancor giovanissimo di lasciare Napoli per affinare la sua abilità nel disegno e nella modellistica.

A soli ventidue anni raggiunge Torino per dirigere una delle più prestigiose sartorie dell’epoca. In poco tempo riesce a dar vita, per primo e con un enorme successo commerciale, ad una linea caratterizzata dal connubio perfetto fra le tecniche lavorative artigianali, apprese grazie al lavoro fianco a fianco con il padre e maestro, con quelle tipicamente seriali. Organizzando processi e spazi pur tenendo intatto e autentico il saper fare sartoriale.
E siamo, neanche a farlo a posta, alla fine degli anni Cinquanta, nel momento di massima espressione dello Spazialismo, teorizzato dal grande Lucio Fontana. Nelle sue celebri opere, esprime l’idea secondo cui lo spazio non sia da considerare come un vuoto ma come materia, mezzo per la realizzazione dell’opera.

cesare-attolini-storia-evoluzione-vincenzo-attolini-copiaAncora una volta un’intuizione acuta, visto che questo sarà di lì in poi il metodo produttivo adottato da moltissime aziende del made in Italy e non solo. Terminata l’esperienza torinese, grazie al suo richiestissimo talento, Cesare continua ad esser ingaggiato nell’ideazione e creazione di nuove linee, contribuendo al successo di molte altre case. Un po’ come succede a quei grandi nasi che le più prestigiose maison del settore beauty corteggiano e si contendono per dare vita alle più straordinarie ed uniche essenze. Ricorda Cesare: «Ho sempre avuto un precetto, inculcatomi da mio padre fin da ragazzo: fare sempre seriamente il mio lavoro, senza cercare facili scorciatoie o scendere a compromessi che possono anche premiarti nel breve periodo ma nel lungo ti presentano sempre il conto».