Dopo anni di appassionato lavoro, Cesare riesce ad affiancare al suo talento innato e al suo inestimabile bagaglio tecnico e stilistico,
ereditato da papà Vincenzo, un’ulteriore expertise altrettanto importante: una visione imprenditoriale ed organizzativa all’avanguardia,
capace di mantenere intatto il valore del lavoro puramente artigianale e manuale, tipico della bottega, rendendolo allo stesso tempo maggiormente efficiente. Così, quando i figli cominciano ad avere le potenzialità per aiutarlo, in fatto d’età e capacità acquisite, Cesare decide di tornare a Napoli per mettersi finalmente in proprio. Sempre, manco a dirlo, nel solco della straordinaria tradizione sartoriale di famiglia.
Siamo durante la seconda metà degli anni Ottanta. Apre a Casalnuovo, comune alle porte di Napoli storicamente riconosciuto come la patria dei più abili sartori partenopei, un laboratorio di importanti dimensioni. La fiducia nei propri mezzi, in quella profonda cultura del sapere e del saper fare, è tanta. Così come instancabile è la dedizione con cui i figli, Massimiliano e Giuseppe, rappresentanti della terza generazione di famiglia, affiancano il padre.
Col tempo, neanche molto a dire il vero, cresce la loro competenza ed abilità manageriale e di pari passo arrivano, crescendo poi di anno in anno, notevoli segnali di apprezzamento da parte del mercato italiano e, soprattutto, internazionale. Massimiliano e Giuseppe scrivono le regole, l’alfabeto, in base al quale strutturare la loro realtà produttiva per renderla sempre più forte, riconoscibile, proiettata verso il Mondo ma radicata nel terreno dei valori autentici inculcatigli da papà Cesare. Qualcosa di molto simile a quanto, contemporaneamente, sta facendo il grandissimo Alighiero Boetti nelle arti figurative, riscrivendone regole profondamente consolidate, sancendo per la prima volta l’equiparazione tra l’artista e l’artefice.
Oggi 130 sarti producono con il solo ausilio di forbici, ditali, ago e filo 50 tra giacche e abiti al giorno, non badando alla richiesta più alta che proviene dal mercato. Perché l’accezione di unicità che ogni manufatto deve portare con sé, uscito dal laboratorio Cesare Attolini, è cosa irrinunciabile e la qualità che sottende a tutte le fasi di lavorazione manuale è un dogma indiscusso.
La ricerca instancabile dell’eccellenza porta Massimiliano e Giuseppe a selezionare personalmente i migliori tessuti in circolazione. La scelta cade prevalentemente fra i filati scozzesi, inglesi, irlandesi ed italiani, dalle lane più pregiate ai cachemire più puri. Ma non è tutto, le tonalità e i disegni sono realizzati esclusivamente su loro indicazione, allo scopo di vivificare costantemente lo stile distintivo della maison partenopea. «Nel nostro operare – sottolinea Massimiliano Attolini – la guida fondamentale è innanzitutto la qualità dei tessuti e del taglio. A ben vedere, forse, il segreto è proprio quello di riuscire con semplicità e disinvoltura, nella difficilissima opera di sintesi tra tradizione e modernità. Il risultato di tale sintesi è quell’equilibrio e quell’armonia che si percepisce ogni volta che si indossa un nostro capo».
A più di 25 anni dall’inaugurazione del nuovo corso, Cesare Attolini è una sartoria, italianissima ed internazionale allo stesso tempo, nel cui laboratorio sono forgiati capi esclusivamente “fatti a mano”. Una fucina di stile a cui ricorrono, provenendo da ogni latitudine, gli uomini che desiderano mantenere esclusivo il carattere della propria eleganza. Un laboratorio di eleganza senza tempo, dove creatività e sapienza si incontrano in un connubio a dir poco prodigioso. Un luogo dove il termine lusso è un verbo, una parola attiva, viva, non significante ostentazione bensì esperienza unica, intensa, discreta e basata su valori condivisi. Soprattutto, significante personalizzazione. La percezione reale di potervi ricorrere per soddisfare il desiderio di possedere un oggetto che è stato ideato con te e realizzato solo per te. «Una delle più belle soddisfazioni è quella di vedere che i padri accompagnino i propri figli a prendere le misure per un vestito, diventando poi questi ultimi a loro volta fedeli clienti, segno anche questo del fatto che l’azienda sa interpretare il presente», commenta soddisfatto ma mai appagato Giuseppe Attolini.